Piazza Castello, 2, 14033 Castell'alfero (AT)

Il Castello dei Conti Amico

Castello dei Conti Amico, indimenticabile location storica

Il Castello dei Conti Amico è disponibile come location per ospitare matrimoni, feste, ricevimenti, eventi di ogni genere, nonché convegni e workshop aziendali. Contattaci per qualsiasi informazione o per venire a visitarlo senza impegno!

L’attuale impianto del Castello, dotato di una solida cinta muraria, fu realizzato intorno al 1290 dal libero Comune di Asti. Nel ‘600 l’edificio principale era una casaforte, composta da un blocco abitativo e da una lunga manica a forma di C che racchiudeva al suo interno un piccolo cortile.

Nel ’700 la Famiglia Amico trasformò radicalmente la struttura da semplice edificio militare all’attuale elegante residenza barocca, su probabile disegno di Benedetto Alfieri. Al suo interno da segnalare vi sono il prestigioso Salone Verde, con splendido pavimento in ceramica di Vietri, l’imponente Salone Rosso con pregevoli affreschi, e nei sotterranei il Museo etnografico ‘L Ciär, importante raccolta di testimonianze della vita passata.

Entrando dal portone si giunge in un atrio spazioso con volta a botte lunettata e ad arco molto ribassato. Di fronte al portone d’ingresso si apre una porta che conduce alla base dello scalone d’onore e alla porta d’ingresso del sotterraneo; questa è sormontata da uno stucco ornamentale con un anello chiuso da due mani che si stringono, simbolo d’amicizia e fraternità, mentre agli angoli del basso soffitto vi sono delle colombe bianche: entrambi i motivi li ritroveremo spesso ripetuti nelle decorazioni del castello perché sono degli evidenti richiami allo stemma araldico dei conti Amico.

Lo scalone d’onore si snoda su base quadrata, con quattro rampe per ogni piano. Accertato che il piano nobile era il primo, mentre il secondo era per la servitù, la scala varia ed adatta le proprie caratteristiche sulla base del rango degli utilizzatori. Sino al primo piano lo scalone, pur essendo semplice come struttura e forzatamente ristretto negli spazi, risulta molto dignitoso.

Lo sbarco sul pianerottolo del primo piano è accolto da quattro semi colonne tuscaniche per lato che richiamano quelle dell’atrio e dello scalone.

Il Salone Rosso

A destra vi è una porta che era l’ingresso di servizio degli appartamenti della contessa madre.A sinistra invece, oltre alla porta che nasconde la scala per il secondo piano, comunque visibile da una feritoia, vi è un’altra porta tramite cui si accede a quello che un tempo era l’alloggio del conte, ora occupato interamente dagli uffici comunali.

Nello sbarcare sul pianerottolo del primo piano ci si trova di fronte una porta vetrata sopra la quale campeggia lo stemma dei feudatari: è l’accesso al Salone Rosso, locale posto esattamente sopra l’atrio d’ingresso; questa sala imponente nella sua altezza di due piani era il locale più importante della casaforte del ‘600, aveva funzioni di rappresentanza ed era la sede amministrativa del feudo di Castell’Alfero.

Tutte le pareti ed il soffitto sono riccamente affrescate, con vari motivi, molti dei quali a carattere militare: la leggera predominanza del colore rosso negli affreschi del salone ne ha determinato il nome. La sala è arredata con un grosso tavolo ed alcune poltrone perché attualmente è la sede del consiglio comunale.

La Galleria e il Cortile

Attraversata una porta si arriva alla camera da letto della contessa madre; quest’ala del castello è la meno lineare dal punto di vista architettonico. La stanza è denominata saletta De Rolandis perché vi sono una lapide commemorativa murata e varie testimonianze.

Giungiamo ora alla galleria dei ritratti che fa parte del blocco più antico del castello, precisamente della manica che racchiudeva il cortile interno; probabilmente era il fienile sotto il quale si trovavano le scuderie della casaforte. Nel ‘700 fu trasformata in una galleria per quadri, ritenuta a quei tempi un elemento architettonico di prestigio, una sorta di status symbol nobiliare.

L’arco che interrompe la continuità della volta a botte segna il limite di demarcazione fra la vecchia ed esistente struttura e la nuova costruzione dell’Alfieri. La galleria viene detta anche “degli ordini” perché alle pareti vi sono ben 12 grandi tavole con stampe raffiguranti vari ordini religiosi e militari.

Nel locale sono presenti tre eleganti caminetti; il primo a destra ha il focolare con fregio datato 1738 che riporta lo stemma comitale degli Amico attorniato da simboli militari; un identico fregio sovrasta l’arco centrale del porticato destro della facciata del castello.

Dalle finestre poste sul lato destro della galleria si può vedere il cortile interno, detto degli uccelli perché grazie a delle reti poste in alto, a filo dei tetti, era stato trasformato in una grande voliera.

La Sala trucco e la Biblioteca

Dalla galleria dei ritratti si accede a sinistra sia alla sala del trucco che alla biblioteca personale del conte. Nella sala del trucco, intitolata al professor Giovanni Boano, colpiscono la finezza delle decorazioni della volta in tonalità rossa e la stringatezza dei particolari architettonici. Qui è ospitata attualmente la ricca biblioteca storica del castello, i cui volumi sono stipati in scaffali originali dell’epoca; alle pareti mappe del ‘700.

Prima di accedere a questo locale si passa attraverso una sorta di stanzetta dalla pianta cuneiforme: ciò è dovuto all’accostamento della nuova struttura che fu impostata su un diverso asse rispetto alla vecchia casaforte.

Qui vi è una porta che porta sulla scala a chiocciola che collega tutti i piani del castello. Prima della costruzione dello scalone esterno ad “esse” sul lato ovest, questa scala era l’unico accesso diretto al Salone Verde ed alla sua terrazza previsto nel progetto di Benedetto Alfieri. L’importanza originaria della seppur stretta scala la si può notare nella presenza sulle rampe di una nicchia con una bella statua.

Il Salone Verde

Oltrepassata la sala del trucco si arriva al Salone Verde, senza dubbio il più bello ed elegante locale del castello. La denominazione deriva dalla predominanza del colore verde sia nell’arredo, sia nelle decorazioni e sia nel raro pavimento, composto da piastrelle di ceramica di Vietri dipinte a mano, che hanno mantenuto intatto dopo quasi tre secoli, il loro tessuto e la loro smagliante vivacità cromatica. Le pareti e la volta sono ricche di decorazioni, affreschi e stucchi; gli affreschi con cornice ovale e i motivi con le fronde di quercia chiuse in tondo saranno poi ripetuti dall’Alfieri in altre sue opere.

I sovra porta sono anch’essi affrescati con temi naturalistici, mentre si nota qualche richiamo militare in alcune decorazioni murali. Nel salone si può ammirare anche un pianoforte del 1870 perfettamente restaurato, usato talvolta per concerti.

Mentre il Salone Rosso assume un tono di severità ed imponenza, quello Verde è molto allegro ed accogliente; suggerisce antiche immagini di gaie e festose serate danzanti.